Tesseræ - Urban Social Research
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Le Serre dei Giardini Margherita

English Abstract, full text in Italian below

serre giardini Margherita

Since 2014, in the heart of the Giardini Margherita park in the city of Bologna  500 m² of abandoned greenhouses and 3000 m² of open-air area have been the subject of an incremental regeneration process that has given rise to Le Serre dei Giardini, a veritable ‘nursery’ of ideas: here desirable, sustainable and inclusive futures are brought closer to people through the realisation of tangible projects that propose a rethinking of the relationship between urban space, human beings and the natural environment.
The Garden Greenhouses are a project of Kilowatt, an innovative SME and work cooperative operating in the fields of social innovation, culture, communication, regeneration, education and food. With the aim of generating value within the local economy under the banner of mutualism, reciprocity and collaboration, Kilowatt has given back to the city of Bologna a public space, which is now to all intents and purposes a place for culture and experimentation of projects with a social and environmental impact: 7 days a week people can immerse themselves in the contamination between art and nature, eat sustainable food, learn and grow, being part of a community that reconnects with the natural world.Within Le Serre, Kilowatt maintains and manages

  • a coworking space rental service;
  • a vegetarian catering service (Vetro bistro);
  • KwBaby, an experimental educational service 0-6 years old, recognised by the Emilia Romagna Region and in agreement with the Municipality of Bologna;
  • Serra Madre, an artistic production centre where art, research and business dialogue on sustainability issues.

Find here the presentation  by Francesca Calzolari of Kilowatt done at the INHABIT General Assembly in Lucca in January 2023.

 

Video interview with Cecilia Colombo and Gaspare Caliri of Kilowatt (English subtitles in course of preparation)

Le Serre dei Giardini, Bologna

a cura di Cecilia Colombo e Gaspare Caliri, Kilowatt

Nel cuore del parco dei Giardini Margherita della città di Bologna, a partire dal 2014 500 mq di serre abbandonate e 3000 mq di area all’aperto sono stati oggetto di un processo di rigenerazione incrementale che ha dato vita a Le Serre dei Giardini, un vero e proprio “vivaio” di idee dove futuri desiderabili, sostenibili e inclusivi sono resi più vicini alle persone, attraverso la realizzazione di progetti tangibili che propongono un ripensamento del rapporto tra spazio urbano, esseri umani e ambiente naturale. 

Le Serre dei giardini sono un progetto di Kilowatt, una cooperativa di lavoro e PMI innovativa che opera nei settori dell’innovazione sociale, della cultura, della comunicazione, della rigenerazione, dell’educazione e dell’alimentazione. Con l’obiettivo di generare valore all’interno dell’economia locale all’insegna del mutualismo, della reciprocità e della collaborazione, Kilowatt ha restituito alla città di Bologna uno spazio pubblico, che oggi è a tutti gli effetti un luogo di cultura e sperimentazione di progetti a impatto sociale e ambientale: 7 giorni su 7 le persone possono immergersi nella contaminazione tra arte e natura, mangiare cibo sostenibile, imparare e crescere, facendo parte di una comunità che si riconnette con il mondo naturale. 

All’interno delle Serre, Kilowatt cura e gestisce:

  • un servizio di affitto di postazioni coworking;
  • il servizio di somministrazione vegetariano (Vetro bistro);
  • KwBaby, un servizio educativo sperimentale 0-6 anni, riconosciuto dalla Regione Emilia Romagna e in convenzione con il Comune di Bologna; 
  • Serra Madre, un centro di produzione artistica in cui dialogano arte, ricerca e imprese sui temi della sostenibilità.
serre giardini Margherita
Immagine 1. Mappa delle Serre dei Giardini Margherita

Il processo di rigenerazione sociale, culturale, ambientale innescato nello spazio-tempo delle Serre ha fin da subito avuto l’intenzione di problematizzare la realtà contemporanea, per costruire risposte adeguate non solo ai bisogni sociali e ambientali, ma anche ai desideri delle persone. Le Serre ibridano competenze, funzioni e attività attraverso diverse configurazioni socio-spaziali, fornendo servizi altamente diversificati ma tra loro integrati per l’utilità sociale.

Le Serre promuovono pratiche di riappropriazione e accessibilità dello spazio pubblico, diritto alla bellezza e riconnessione con la natura: 

Le Serre sono aperte, in media, 359 giorni all’anno e, sempre ogni anno, le circa 120.000 persone che le attraversano, possono beneficiare di wifi gratuito, prese elettriche aperte e tavoli per studiare, lavorare o incontrarsi senza dover pagare necessariamente una tariffa. Per questo motivo, durante la pandemia le Serre sono diventate il punto di riferimento per la comunità studentesca di Bologna: sono state riconosciute come un’alternativa valida alle biblioteche pubbliche (il cui accesso era stato forzatamente limitato per ragioni sanitarie), ossia il servizio pubblico per eccellenza di informazione, cultura e conoscenza, regolato dai principi di gratuità e libertà.

Ma la questione non riguarda solo l’accesso allo spazio pubblico: le Serre sono da sempre guidate da un rifiuto nei confronti delle narrazioni distopiche e catastrofiche sulla contemporaneità; piuttosto, la convinzione è che gli immaginari attraenti siano strumenti potenti per trasformare l’immaginazione collettiva in azione vera e propria, al fine di plasmare futuri migliori. In questo processo, la bellezza ha un ruolo centrale e le Serre si impegnano politicamente per il diritto di tutti al piacere estetico. Per questo motivo, il luogo è stato progettato per stimolare, attraverso la bellezza, l’empatia verso il mondo naturale, da considerare non solo come una risorsa preziosa da proteggere, ma soprattutto come una forma di vita con una propria coscienza. L’arredo del sito si adatta alla forma della natura e non viceversa: le persone possono sedersi, camminare e partecipare agli eventi diventando un tutt’uno con la natura, avendo accesso a un’esperienza multisensoriale. Inoltre, un team di progettisti di giardini, esperti di acquacoltura e agronomi unisce le proprie competenze per prendersi cura della vegetazione del luogo durante tutto l’anno. La presenza dell’arte nello spazio rafforza l’atto di contemplazione rispettosa verso la natura: 8 installazioni artistiche abitano il giardino e funzionano come mezzi di comunicazione spaziale per favorire la percezione della natura come fonte di ispirazione e di esperienza estetica, stimolando così comportamenti sostenibili. Ad esempio, la fontana d’acqua delle Serre, ad accesso libero, è essa stessa un’opera d’arte: l’uso appropriato delle risorse naturali può essere una pratica creativa. 

Immagine 2. Persone che studiano e lavorano alle Serre, sotto l’opera d’arte “Hydroponic Cloud” di Andreco

Le Serre promuovono un ecosistema sostenibile e circolare di produzione, consumo e riciclo delle risorse:

Il significato di “serra” rimanda ad un luogo dove avvengono crescita e fioritura, sia per quanto riguarda gli esseri umani che le piante. Lo spazio delle Serre, fin dall’inizio del processo di rigenerazione, ha assorbito questa particolare vocazione, perseguendo l’emergere di modelli alternativi di vivere, produrre e consumare realmente rispettosi di tutte le forme di vita che abitano il pianeta. L’esempio più eclatante di questa attitudine orientata alla sostenibilità è l’implementazione, a partire dal 2019, di un sistema acquaponico all’interno dell’orto, che garantisce un circuito di produzione alimentare locale di alta qualità e a basso input, consentendo un risparmio idrico del 90% rispetto all’agricoltura tradizionale ed evitando lo sfruttamento di suolo. Seguendo i cicli vitali naturali, questo sistema non richiede l’uso di fertilizzanti o pesticidi, garantendo sostenibilità ambientale e cibo di qualità. La circolarità avviene a doppio senso: da un lato, il sistema di coltivazione idroponica alimenta la cucina del bistrot Vetro delle Serre, dall’altro una lombricompostiera trasforma i rifiuti organici del ristorante in fertilizzante riutilizzato, a sua volta, per coltivare ortaggi. Attraverso il sistema acquaponico Le Serre intendono generare un impatto positivo sui luoghi cementificati, riducendo i danni dell’impermeabilizzazione del suolo e le emissioni legate al trasporto, risparmiando acqua, contrastando la perdita di biodiversità, sostenendo sistemi circolari di produzione e consumo di cibo sostenibile con costi di approvvigionamento ridotti.

Tutte le pratiche quotidiane che si svolgono nello spazio delle Serre sono regolate dall’idea che, per essere efficace, la sostenibilità debba essere un processo inclusivo. Pertanto, attraverso tutte le attività, i servizi e gli eventi che si realizzano, emerge l’impegno a creare le condizioni chiave per abilitare tutte le persone a generare a loro volta un impatto positivo. Per questo, il sistema idroponico è stato progettato non solo come soluzione sostenibile, ma anche come strumento di inclusione. Un team di designer è stato coinvolto nella creazione di un’infrastruttura spaziale (un lungo tavolo per sedersi) che mira ad avvicinare le persone agli ecosistemi naturali, rendendo le conoscenze sulla coltivazione fuori suolo accessibili anche ai non addetti ai lavori. Le persone che quotidianamente si siedono al “tavolo acquaponico” possono vedere in prima persona un metodo di coltivazione di ortaggi in sinergia con l’allevamento di pesci d’acqua dolce, senza l’uso di terra.

Nella consapevolezza che il problema principale dei nostri tempi sia la perdita di empatia con il mondo naturale, con conseguenze catastrofiche in termini di esaurimento delle risorse e di crisi ambientale, le Serre mirano a ripristinare la connessione tra uomo e natura, promuovendo comportamenti rispettosi e solidali nei confronti dell’ambiente. Per questo, dal 2018 il bistrot vegetariano ha sostituito interamente il materiale plastico con imballaggi biodegradabili e riutilizzabili, e, come anticipato, è stata installata una fontana di acqua filtrata liberamente accessibile per contrastare l’uso di bottiglie usa e getta, stimolando il comportamento dei consumatori in modo positivamente impattante.

Immagine 3. Impianto acquaponico alle Serre dei Giardini Margherita

Le Serre promuovono una produzione artistica sperimentale che affronta tematiche ambientali:

Le Serre ogni anno realizzano una rassegna estiva di eventi culturali gratuiti 7 giorni su 7, che mettono insieme arte, ricerca scientifica e umanistica in un modello di scambio di conoscenze multidisciplinari per affrontare le sfide contemporanee legate alle crisi multiple e interdipendenti che stiamo affrontando. A proposito di immaginazione e immaginario del futuro, il progetto è mosso dalla convinzione che l’arte abbia un ruolo centrale nei processi di problematizzazione della società contemporanea: gli artisti e le artiste, in quanto osservatori critici del presente, portano uno sguardo laterale per leggere la complessità in cui viviamo, rielaborandola e rendendola esplorabile da altri punti di vista. Per questo, da sei edizioni Kilowatt cura Resilienze Festival, che ogni anno porta alle Serre artisti nazionali e internazionali per stimolare la comprensione dei legami invisibili che interconnettono l’uomo e la natura come parte di un sistema complesso, promuovendo la proattività verso un cambiamento positivo. Ancora una volta, l’obiettivo è contrastare l’immobilismo diffuso e le narrazioni catastrofiche che impediscono il cambiamento sistemico di cui abbiamo bisogno.

In questa direzione, è stato di recente avviata la rigenerazione di altre due Serre, sempre nello stesso spazio, che non erano state coinvolte nei lavori di riqualificazione del 2014. È così che sta prendendo vita una nuova progettualità: la Serra Madre si pone l’obiettivo di rafforzare e innovare la proposta artistica e culturale delle Serre puntando sulla creazione di un centro di produzione artistica stabile che metta in connessione il mondo della ricerca (scientifica e umanistica), il mondo delle aziende e quello dell’arte per ragionare insieme proprio attorno alla sostenibilità e al cambiamento climatico.

Immagine 4. Visitatori alle Serre durante la residenza artistica di Robertina Šebjanič, Resilienze Festival 2022

Le Serre promuovono l’apprendimento permanente e modelli pedagogici di educazione all’aria aperta:

KwBaby, il servizio educativo sperimentale (0-6 anni) sviluppato da Kilowatt e co-progettato con le famiglie, si pone l’obiettivo di conciliare emergenti richieste di flessibilità da parte dei genitori a un’offerta educativa attenta ai bisogni dei più piccoli, incentrata sulla socializzazione, l’autonomia e il benessere emotivo, cognitivo e relazionale in un’ottica integrata. Questo servizio non guarda solo ai piccoli utenti ma all’intero nucleo familiare, in un’ottica di promozione del benessere, di inclusione e di qualità della vita che sostenga e valorizzi le competenze genitoriali. Il contesto delle Serre dei Giardini Margherita rappresenta un’opportunità di apprendimento per i bambini e le loro famiglie, ma anche per coloro che stanno portando avanti da alcuni anni la ricerca sull’educazione all’aria aperta come risorsa per la qualità della vita. L’Outdoor Education, intesa come sguardo interdisciplinare sul vivere all’aperto, offre invece occasione di ribaltamento di gerarchie educative e confronto autentico, nell’ottica dell’“educazione cosmica” di Maria Montessori e di un’idea olistica di educazione che cerchi di armonizzare e riequilibrare gli elementi della relazione con il mondo coinvolgendo il corpo e l’immaginario nell’attraversamento di soglie fisiche e simboliche. Gli spazi all’aperto accessibili dai bambini di KwBaby costituiscono il contesto quotidiano in cui essi vivono esperienze educative ed esplorazioni attive a contatto diretto con la natura. La peculiarità del servizio è data dalla volontà di costruire, nel contesto in cui è inserito, una comunità educante che permetta di mettere in relazione tutte le persone che a diverso titolo ruotano attorno a questo luogo, poiché possano contribuire all’esperienza quotidiana di crescita dei bambini. Per questo KwBaby viene percepito come un luogo senza pareti, dove i bambini e le educatrici, quando sono immersi nella natura del parco pubblico dei Giardini Margherita, riescono a dare un valore più significativo alle relazioni, accogliendo tutti gli stimoli che ne conseguono.

Immagine 5. I bambini dell’asilo KwBaby nell’orto delle Serre dei Giardini

Inoltre, Kilowatt crede fermamente che l’educazione e l’apprendimento debbano essere processi permanenti e collettivi, per lo sviluppo del pensiero critico individuale e per la crescita della cittadinanza attiva. L’acquisizione di competenze trasversali come la multidisciplinarietà, il pensiero critico, la capacità di osservazione e auto-osservazione, l’ascolto attivo e lo sguardo sistemico, è ormai condizione necessaria per abilitare gli individui – e quindi la società intera – ad affrontare le sfide globali della quarta rivoluzione industriale. In questo contesto è più urgente che mai un cambiamento radicale dei modelli educativi dominanti e istituzionalizzati – basati sulla compartimentazione dei saperi – che tendono ad alimentare il pensiero dicotomico e le visioni parcellizzate, non che riduzioniste, della realtà. Per questo, durante tutto l’anno i cittadini sono coinvolti in attività di sensibilizzazione sulla sostenibilità, dando vita a un ambiente di apprendimento inclusivo, aperto a tutte le persone da 0 a 99 anni. Non solo, Kilowatt promuove percorsi di formazione e incubazione per lo sviluppo della imprenditorialità sostenibile.

Kilowatt e le Serre come un organismo

Le Serre sono state, nella regione Emilia Romagna, tra i primi progetti di rigenerazione urbana basati su un partenariato pubblico-privato di tale portata. L’aspetto più innovativo del progetto è la capacità dimostrata di preservare il valore pubblico intrinseco dello spazio in termini di accessibilità, garantendo al contempo una solida imprenditorialità, servizi di alta qualità e partecipazione pubblica. Il diritto alla città – ovvero il diritto di reinventare lo spazio urbano per rispondere ai bisogni sociali – non è una semplice libertà individuale: è il diritto comune di trasformare collettivamente la società cambiando gli attuali modelli di sviluppo urbano insostenibili. Le Serre sono una piattaforma per la riappropriazione comune dello spazio pubblico in armonia con il mondo naturale da parte delle comunità locali all’interno della città. Il community organizing è uno dei principi chiave di Le Serre, con cui intendiamo che la progettazione di un luogo – e quindi del servizio che fornisce – è più efficace quando è il risultato di uno sforzo e di un processo collettivo, che coinvolge una comunità che (anche solo implicitamente) condivide un bisogno, un interesse, un desiderio.

Tutto il progetto è governato da un modello cooperativo di gestione delle risorse: i ricavi di kilowatt sono interamente reinvestiti nella gestione dello spazio, nelle attività culturali gratuite e nei servizi di utilità sociale. È opinione diffusa che, per affrontare le sfide attuali e future, la sostenibilità vada ricercata nell’equilibrio tra giustizia sociale, integrità ecologica e benessere economico. Si tratta di una missione difficile se non si verifica un cambio di paradigma culturale. Fin dall’inizio, il progetto delle Serre è stato concepito per contribuire alla fondazione di una nuova cultura della sostenibilità, che abbracci e gestisca la complessità attraverso un approccio sistemico alla conoscenza. Lungo il percorso, molteplici competenze si sono unite a questo processo di progettazione olistica: architetti, agronomi, sociologi, pedagogisti, semiologi, esperti di comunicazione, artisti ed economisti hanno lavorato insieme per dare vita a un luogo di benessere, dove molteplici esigenze vengono affrontate attraverso un approccio integrato alla sostenibilità. Nel caso delle Serre, la rigenerazione urbana è concepita come un mezzo per generare risposte socialmente giuste al cambiamento climatico. Inoltre, vogliamo rendere la sostenibilità desiderabile e desiderata: puntiamo a promuovere l’accessibilità a nuove esperienze esteticamente significative di modelli sostenibili, abbattendo lo stereotipo che vede la sostenibilità come un ripiego o un compromesso rispetto alle abitudini tradizionali e consolidate.

Quello che abbiamo sempre cercato di fare a Kilowatt e alle Serre è considerare la nostra organizzazione (Kilowatt) e il nostro habitat (le Serre) come un organismo e non come una macchina. Tra le due cose c’è una differenza strutturale: la macchina è complicata; l’organismo è complesso. Trattarci come organismo significa dunque cercare di rispettare i principi con cui è fatto un organismo. Uno di questi, forse quello fondante, è il principio di omotetia (ne parla Mandelbrot quando illustra i suoi frattali, per esempio nel bellissimo esempio della spiaggia; oppure Morin nella Testa ben fatta): quel principio per cui nel micro si ritrova tutta la complessità del macro. Se faccio zoom su una parte, ritrovo sempre la complessità del tutto. Questo significa che cerchiamo, alle Serre e dentro a Kilowatt, di mantenere una coerenza e una relazione con l’insieme in ogni particolare, nel progetto di riqualificazione e rigenerazione (che a sua volta si ispira al miglioramento continuo della Lean e al principio di attivazione enzimatica di Andrea Branzi: questi enzimi sono il verde, il gioco, l’arte…), nelle scelte delle filiere del servizio di somministrazione, nelle attività culturali, nelle attività della nostra scuola per l’infanzia, eccetera.

Per questo per noi è così importante e laborioso usare la Teoria del cambiamento e la pianificazione e valutazione d’impatto come strumenti di strategia: perché una visione di cambiamento che si vuole contribuire a generare (nel nostro specifico, avvicinare futuri non distopici e più sostenibili) è proprio quel “macro”, quello sguardo d’insieme che deve trovare tenuta e cittadinanza in ogni dettaglio delle Serre e dell’organizzazione che le gestisce.

Immagine 6. il personale della cooperativa Kilowatt

Scarica il pdf del progetto: INHABITAT_KILOWATT.pdf